Oxfordshire – Blenheim Palace, il palazzo che non ti aspetti

Viaggiare in Inghilterra a luglio non è sinonimo di bel tempo assicurato ed è quello che è capitato a noi.

Lasciamo Londra un sabato mattina con nubi grigie cariche di pioggia, dopo avervi trascorso 4 giorni piuttosto “freschi”, in un’alternanza di pioggerellina, pioggia forte, vento freddo, nuvole mutevoli che chiudono o aprono al sole, ma anche qualche scorcio di sole e caldo…imprevedibilità è proprio l’aggettivo adatto al clima inglese! 

Da Londra allo Stansted Airport in un’ora per ritirare l’auto, che già avevamo prenotato dall’Italia, e poi metterci in viaggio verso l’Oxfordshire;  prima meta Woodstock per la visita al Palazzo di Blenheim.

La guida a sinistra ci consiglia maggior prudenza, per impratichirsi, il navigatore, rigorosamente impostato in italiano, è fondamentale, per cui in due orette arriviamo a Blenheim Palace.

 

Blenheim è una monumentale residenza di campagna  inglese e l’unica non episcopale o reale a potersi fregiare del titolo di “Palace”.

E’ infatti la residenza dei Duchi di Marlborough che la ricevettero come premio per la vittoria riportata nella guerra di secessione spagnola, quando il futuro 1° duca di Marlborough, John Churchill, assicurò la vittoria alla corona inglese nella battaglia di Blenheim (in Germania) del 1704, sconfiggendo la Francia, imbattuta da decenni.

Quale ricompensa la Regina Anna (Stuart), donò titolo, terre e un cospicuo aiuto in denaro per la costruzione del palazzo, che si rivelò fin dall’inizio piuttosto impegnativa economicamente.

Lo stile scelto fu il barocco, assai insolito nell’architettura inglese dell’epoca, che portò alla creazione di questo stupendo palazzo, che appartiene al Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO dal 1987.

 

 

Come prima cosa dovete sapere che non è possibile visitare il luogo senza averlo prenotato precedentemente online, eventualmente anche il mattino stesso, prima delle 8.45.

Tuttavia non è necessario indicare un orario di arrivo; l’apertura è dalle 10.30 alle 17.30 per la visita del Palazzo e dei Formal Gardens, mentre il parco apre dalle 9.00 alle 18.00.

Il costo del biglietto non è a buon mercato, per la visita completa – Palace – Gardens – Park – abbiamo pagato € 92,86 (commissioni di cambio comprese) per due ingressi adulti.

All’arrivo, facendo vedere i biglietti o eventualmente anche il numero di prenotazione, com’è capitato a noi che non riuscivamo a fare il download dei biglietti, si viene indirizzati al parcheggio delle auto che è davvero enorme. Se non avete buon senso dell’orientamento, geolocalizzatelo per ritrovarlo senza problemi! 

Considerate almeno 3/4 ore per la visita, comprendendo anche i tempi per andare dal parcheggio al Palazzo e per il recupero dell’auto. 

Noi abbiamo preferito vedere subito il Palazzo per poi dedicare il tempo restante agli spazi esterni, che sono davvero enormi.

All’interno si viene forniti di un’audioguida con possibilità di impostare la propria lingua e per ogni stanza c’è l’indicazione di un numero da digitare per le spiegazioni.

 

La residenza è famosa anche per essere stato il luogo di nascita di Winston Churchill, il cui nonno era il VII Duca di Marlborough ed il padre era il figlio cadetto, per cui non destinato ad ereditare il titolo.

Tuttavia questa residenza fu sempre un punto di riferimento molto importante per Churchill, tanto che nel parco possiamo trovare un tempietto in cui egli chiese a Clementine, sua futura moglie, di sposarlo.

Oltre alla camera da letto dove nacque Churchill, si può visitare l’atrio d’ingresso, con il bel soffitto affrescato, sale, salotti e corridoi contenenti teche con ceramiche e porcellane, cristallerie e quadri che raffigurano i vari esponenti della famiglia.

La famiglia evitò la bancarotta agli inizi del 1900 grazie ad un matrimonio di convenienza del Duca con l’ereditiera americana Consuelo Vanderbilt.

Il pezzo forte della casa è la splendida biblioteca, con una statua in marmo dedicata alla Regina Anna, la cui dama di compagnia, Sara, era la moglie del 1° Duca di  Marlborough. 

Molto bella nelle sue linee architettoniche, appare però un po’ spoglia, forse incompleta, perché Sara tagliò parte dei fondi destinati alle rifiniture, quando si rese conto della lievitazione dei costi. 

A mio parere però le sue linee così “pulite” ne esaltano l’eleganza.

 

I giardini più vicini alla casa sono i giardini all’italiana con le terrazze d’acqua, costituiti da varie peschiere, fontane, aiuole e fioriere, statue ispirate alla mitologia greca, inseriti in un più ampio contesto, costituito dal lago e dal grande parco.

Percorrendo i cosiddetti Formal Gardens troviamo il tempio di Diana, dedicato a Winston Churchill, il Rose Garden, il tempietto di Flora, l’arboretum per poi arrivare alle cascate e alla Pump House, in un ambiente di laghetti e acquitrini adatti alla fauna palustre.

 

La parte più interessante del parco però è sicuramente quella del Walled Garden.

Si tratta di giardini raccolti all’interno di mura, dove oltre ai fiori si coltivano ortaggi…ne abbiamo visti tanti anche in Irlanda.

Qui il Walled Garden è talmente ampio che oltre ad aiuole fiorite, ospita anche un labirinto piuttosto impegnativo e la casa delle farfalle, oltre ad una pizzeria/ristorante ed altri servizi.

Accanto al Walled Garden c’è anche un parco avventura per ragazzi con un costo a parte, ma noi non avevamo né interesse, né tempo.

 

Nonostante la nostra visita di Blenheim si sia protratta per quattro ore, non abbiamo però avuto il tempo di visitare quella parte di parco, intravista all’ingresso, che, oltrepassando il ponte sul lago, arriva in salita fino alla colonna della Vittoria e dove si trova anche l’albero di Harry Potter (appare in un flashback del film “Harry Potter e l’Ordine della Fenice”).

Il palazzo ed il contesto in cui è immerso, è davvero bellissimo e la spesa iniziale, anche se elevata, ben vale la visita.

 

Per rimanere nel contesto dell’english countryside, pur avvicinandosi ad Oxford, oggetto della nostra prossima tappa, abbiamo deciso di assaporare l’atmosfera di un piccolo villaggio di campagna soggiornando a Horspath, al Queens Head, un pub, che affitta anche camere e il cui ristorante ha una cucina thailandese davvero notevole.

All’arrivo siamo accolti da una ragazza che subito ci dice che il padre ha origini sarde e ci fa sentire a nostro agio, accompagnandoci in camera, dandoci i menù per il ristorante e consigliandoci di usufruire del parcheggio interno.

L’ambiente è quello di un pub, ma noi gustiamo forse la miglior cena fino a quel momento in Inghilterra con un piatto di noodles e uno di riso con salmone della cucina thai e patate fritte della miglior tradizione inglese!

Dopo cena facciamo una passeggiata nel minuscolo villaggio, che ha due pub, una chiesa, un negozietto di generi alimentari ed una fermata dell’autobus detta “the Green”, da cui il giorno successivo prenderemo l’autobus per Oxford risparmiando notevolmente sul costo del parcheggio. 

Ho apprezzato molto questa soluzione rurale, l’atmosfera del villaggio ci ha davvero coinvolti e conquistati…ma ora seguiteci nella prossima meta alla scoperta della colta OXFORD!

 

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