Bru Na Boyne e Howth – 9° tappa del viaggio in Irlanda

E’ un sabato mattina un po’ grigio quello che ci vede partire da Portstewart, Irlanda del Nord, Regno Unito, per cominciare il nostro avvicinamento all’aeroporto di Dublino, dove il giorno successivo, verso sera, un aereo ci riporterà in Italia.

Le strade, come sempre in Irlanda, non sono mai troppo trafficate, ma quando arriviamo a Belfast, la capitale dell’Irlanda del Nord, che abbiamo deciso di non visitare, il traffico si intensifica.

Fortunatamente in questa occasione il nostro navigatore ci fa superare indenni il nodo stradale.

Siamo diretti nella Contea di Meath, in quella zona che in un passato molto lontano è stata il cuore pulsante dell’Irlanda, qui, a Tara, risiedeva un “high king” (alto re) a cui tutti i re minori e i capo-clan dovevano giurare fedeltà. La magia di Tara era tale che si pensava fosse la dimora degli dei.

La contea di Meath è una terra fertile, attraversata dal fiume Boyne, che fin dalla preistoria ha attirato diversi popoli, tra cui i celti, che con il tempo di impossessarono dell’isola, grazie alle condizioni favorevoli che presentava; terreno coltivabile, disponibilità d’acqua e la presenza di un fiume che portava al mare.

Questi popoli, sin dall’ 8.000 a.c. si dedicarono alla costruzione di città, ma soprattutto di necropoli, tanto imponenti che sono giunte in buone condizioni fino ai giorni nostri.

Brù Na Bòinne (Palazzo di Bòinne) è un sito archeologico che comprende una vasta necropoli, risalente a circa mille anni prima del complesso di Stonehenge, tra le più straordinarie in Europa!

Noi ci rechiamo al centro visitatori, una costruzione singolare, ben inserita in un contesto campestre, che all’interno ospita mostre interattive, un centro didattico, una libreria, un negozio di souvenir e un bel bar – caffè, al quale ci sediamo per consumare il nostro pranzo.

Eravamo preoccupati di non trovare i biglietti, o comunque una fila lunghissima, perché la nostra guida consigliava di arrivare presto in mattinata e di evitare i giorni festivi, noi invece siamo arrivati quasi a mezzogiorno e di sabato!

 

 

Le visite ai tre siti di cui si compone Brù na Boinne; Newgrange, Knowth e Dowth, vengono effettuate in determinati orari, per non inondare il sito di turisti.

Riceviamo come orario di ingresso le 12.30, il che ci consente di pranzare, vedere una mostra e fare acquisti per gli amici a casa…ormai siamo al termine del viaggio ed è l’ultima occasione!

Quando finalmente arriva il nostro orario, appiccichiamo un bollino colorato sulle magliette (è una sorta di biglietto di ingresso) e dopo aver percorso un ponte in legno che attraversa il placido fiume Boyne, giungiamo ad una pensilina in attesa del bus che ci porterà alla visita, dapprima del sito di Knowth e successivamente a quello più famoso di Newgrange. 

Il sito di Dowth è chiuso, certo ci si si può avvicinare, ma la tomba non è visitabile. 

E’ questo, dei tre,  il sito più degradato a causa dei costruttori di strade, dei tombaroli e degli archeologi dilettanti.

Le visite alle tombe sono guidate e tenute unicamente in lingua inglese.

A Knowth troviamo una tomba rappresentata da un tumulo circolare, costruita più o meno nello stesso periodo di Newgrange, circondata alla base da pietre incise con cerchi, spirali ed altri simboli; sono circa 300.

All’interno un corridoio lungo circa 34 metri conduce alla sala centrale, ma in epoca cristiana, su un lato del complesso, furono scavate anche sei catacombe.

In questo sito gli archeologi rinvennero un’imponente collezione di oggetti funerari e ancora oggi sono al lavoro con periodiche campagne di scavi.

 

 

Dopo la visita guidata ci viene consentito di esplorare il sito in autonomia, in attesa del bus che ci porterà a Newgrange.

Arrampicandoci su una scaletta abbiamo la possibilità di salire sul tumulo che all’interno contiene la tomba; è come una piccola collinetta ricoperta d’erba verde da cui abbiamo una visuale d’intorno, di tanti altri tumuli più piccoli, che sembrano tanti panettoni verdi!

In lontananza non si scorge altro che una verde e immacolata campagna e prati infiniti!

La famosa e “magica” collina di Tara è distante da qui circa 30 km in linea d’area. 

I tumuli di Knowth mi rammentano quelli che ho visto a Cerveteri, nella necropoli della Banditaccia, con le differenze che quest’ultima è inserita in una pineta ed è più recente, risalendo all’epoca etrusca.

Mi colpiscono in modo particolare i segni o simboli che sono incisi sulle pietre che circondano il tumulo e che ricordano quelli presenti sulla collina di Tara, ma ad oggi, purtroppo, gli esperti non hanno saputo darne un’interpretazione.

 

Quando arriva il bus per portarci a Newgrange, il cui nome significa “nuovo granaio”, saliamo eccitati perché ci apprestiamo a visitare uno fra i luoghi più antichi e misteriosi del mondo, risalente al 3200 a.c. e precedente pertanto la costruzione delle piramidi egizie.

Scesi a Newgrange possiamo ammirare un tumulo alto non più di 10 metri, con la parte alta ricoperta di erba verde, circondata da una sorta di fascia formata da piccole pietre di quarzo di colore bianco, alternate ad altre di colore nero. 

Tutto intorno delle grandi pietre verticali (97) cingono la tomba ed una, incisa con simboli, posta in posizione orizzontale di fronte ad un’apertura quadrata, segna l’ingresso alla tomba.  

Altre 12 grandi pietre più esterne, testimoniano l’esistenza di un secondo cerchio, oggi non più visibile.

Una gentile guida, dall’accento inglese molto bello e comprensibile, ci accompagna all’interno della tomba, attraverso un corridoio lungo 19 metri, che conduce ad una camera a forma di croce, alle cui estremità sono poste delle vasche, all’interno delle quali sono state trovate ossa e ceneri umane.

Si pensa che il luogo fosse adibito non solo a tomba, ma fosse anche un santuario per la celebrazione dei riti religiosi, tant’è che una volta all’anno, il 21 di dicembre, giorno del solstizio d’inverno, la luce del sole che sorge penetra attraverso l’apertura e illumina la camera. 

Con un gioco di luci e specchi, ci viene dimostrato l’evento che si ripete ogni anno. 

 

Si può compilare il biglietto e inserirlo in un’urna del centro visitatori e sperare di essere estratti fra quei fortunati che potranno visitare gratuitamente il sito proprio nel giorno del solstizio d’inverno.

Un’esperienza analoga l’ho sperimentata ad Abu Simbel, in Egitto, dove all’interno del tempio dedicato al grande faraone Ramsete II, i raggi del sole penetrano all’interno ed illuminano per 20 minuti la statua del faraone e altre 3 statue, ma non il giorno del solstizio d’inverno, bensì due volte all’anno il 22 febbraio e il 22 di ottobre. 

Dopo la visita all’interno della tomba, percorriamo tutto il cammino circolare intorno ad essa, l’atmosfera è molto suggestiva, alcuni dicono addirittura magica e carica di energie positive, quello che mi viene da pensare è come uomini di epoche così lontane da noi, conoscessero l’astronomia ed edificassero di conseguenza costruzioni così enormi e perfette!

Basti pensare che dopo tutti questi millenni, all’interno di Newgrange non sia penetrata una goccia d’acqua, nonostante il clima irlandese così umido e bagnato.

 

Verso sera ci apprestiamo alla ricerca del nostro albergo, l’ultimo in ordine di tempo di questa bellissima vacanza in Irlanda.

Il nostro aereo parte però alle 20.00 del giorno successivo ed è così che ci rimane ancora un po’ di tempo per un’ultima tappa; la cittadina costiera di Howth, dove tutti i dublinesi vorrebbero avere una casa per le vacanze.

Howth può essere raggiunta da Dublino comodamente in auto o anche in treno e i dublinesi amano passeggiare nei dintorni di Howth Head o frequentare il mercato dei contadini sul lungomare.

Noi arriviamo verso le 9.00 del mattino e cerchiamo un posto per consumare la nostra colazione; lo troviamo all’interno di una piazzetta che espone banchi alimentari e di altro genere.

Si respira aria di festa e in quest’ultima domenica che trascorriamo in Irlanda, il tempo ci premia con un gradevole tepore che ci consente una colazione all’aperto sui tavolini di un bar.

Dopo esserci rifocillati ci dirigiamo verso il Castello di Howth, una costruzione risalente al 1500, che attualmente è stata suddivisa in quattro residenze private. Il parco del castello è aperto al pubblico e si può ammirare in tutta la sua magnificenza.

 

All’interno della proprietà sono inoltre custodite le rovine di un altro castello, di un’abbazia e un dolmen.

Infine, prima di dirigerci all’aeroporto, saliamo sulla collina che domina la cittadina e la splendida Dublin Bay, spaziando fino alla contea di Wicklow.

In basso, un faro costruito nel 1814 sopra un antico forte, può essere raggiunto con una bellissima passeggiata panoramica.

Scattiamo le ultime foto prima di congedarci da questa splendida isola che ci ha fatto innamorare, dopo aver visitato città, paesini e villaggi, musei, monasteri abbandonati, castelli e abbazie in rovina, laghi, cascate, isole, giardini, scogliere e con la sensazione che questo sarà solo un arrivederci perché ancora tante sono le meraviglie che questa terra può offrire, prendendoci magari tempi più lunghi per assaporare meglio tutto quanto.

 

 

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